Gesù parla a un'anima

Questi insegnamenti spirituali sono stati ricopiati, letteralmente così come sono stati scritti nei quaderni da una mamma di famiglia che vuol restare nel nascondimento e nel totale anonimato. Si tratta di locuzioni interiori, di cui ella viene privilegiata, da anni. Gesù le parla al cuore durante il ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica, e la chiama: ”mia piccola Maria”. Le parole di Gesù le giungono come Gocce di luce, e in una grande pace, nel cuore.


mercoledì 27 novembre 2013

"La Croce apparirà, in alto nei Cieli, radiosa e splendente"

"La Croce apparirà, in alto nei Cieli, radiosa e splendente"
"Il mio sguardo è sempre su di te. Tu, a volte ti dimentichi di Me, mentre Io ti guardo sempre e non ti dimentico mai.
Oggi si cerca di colpire la mia Croce, si tirano pietre su di essa, si cerca di scardinarla dal suo trono, ove deve essere, ove deve regnare: al centro della terra e dell'umanità! Ma non vi riusciranno. La Croce è, e rimane, segno di vittoria. Essa apparirà in alto nei Cieli, radiosa e splendente, dinanzi a tutte le genti, per far sì che ancora l'uomo l'accolga e riconosca in essa la vittoria, la salvezza e l'amore che è. Solo entrando nel suo rifugio, solo accogliendo la Croce di Cristo, voi saprete accogliere la vostra che si fa così: vittoria, salvezza e amore.
La Croce continua in voi la sua azione santificante, vi redime, vi santifica, vi divinizza, diventa ascesa per il Cielo. Pure nei tempi che seguiranno, di buio e di dolore, nella sua purificazione, l'azione della Croce continua, redimendo. Sarà ancora il riscatto per i nuovi tempi, sarà regno e centro della terra! Ti benedico".

lunedì 25 novembre 2013

La mia passione per ognuno di voi...

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"Prossima è la nascita di una generazione nuova"

"Guardate i segni del tempo!", e riconoscerete che è giunto, è prossimo il parto, così come conoscete i segni del tempo che cambia con le sue conseguenze, sappiate guardare i segni, gli eventi che si fanno più dolorosi, che comportano sempre maggiore sofferenza. Siete nel travaglio del parto e sempre più si maggiora la sua pena e i suoi dolori, dato che prossima è la nascita di una generazione nuova. Come già la Madre mia, quando è prossima la mia Nascita, si racchiude tutta in Dio, si chiude nella preghiera, s'assorbe alla sua estasi. Io vi invito continuamente a riconciliarvi con il Giudice, finché siete nel percorso della vita, perché non abbia poi a chiudervi in prigione. E chi è il Giudice supremo se non Dio Padre? Tornate a Lui perché ci sia nascita della Grazia in voi. Rifugiatevi, riallacciate l'Alleanza perduta, riconciliatevi con la Santa Confessione, unitevi ai Sacramenti. Convertitevi, e il debito molto sarà condonato. Ma chi ascolta? Se ci fosse questa riconciliazione la nascita diverrebbe un lieto evento, esente da tanto dolore, ma se la durezza permane e il mio richiamo inascoltato, la sofferenza del parto sarà grande, dato che il peccato non è stato riscattato; e per salvarvi c'è bisogno di lavaggio, di purificazione da esso: non si può entrare con l'abito sporco nel Giardino dei giardini, e per questo, se si cade nel burrone degli inferi non basterà la terra, ci vorrà la prigione del Purgatorio, che è dura, figlia mia, molto più dura del penare terreno, ed Io cerco insistentemente, con Cuore accorato, con inviti d'amore e timore, di risparmiarvela. Riconciliatevi a Dio!
Il Purgatorio è prigione dal quale non si può uscire se non si è pagato sino all'ultimo debito e l'abito si sia fatto degno e puro per entrare nel Regno. Ad ognuno la sua pena secondo il peccato e le conseguenze, che non sono dimenticate, e l'attesa è spesso lunga, per la nascita eterna. Riconciliatevi oggi, e aiutate i fratelli nella Riconciliazione alla Misericordia mia, e il debito verrà riscattato nel mio Sangue; molto vi verrà condonato. Ogni figlio che ritorna è nascita alla mia vita. Ti benedico".

giovedì 21 novembre 2013

"Portate sempre con voi questa medaglia"

"La medaglia miracolosa vi è stata data come dono dalla mia e vostra Madre, per l'immenso amore che ha per voi. Questa medaglia è segno della sua presenza, di Lei porta significato. Vi è data per protezione, per difesa, perché ne abbiate accanto, e in voi, la sua presenza. Nell'Immagine della medaglia è scolpita L'Immacolata Concezione, Colei che concepisce, nelle sue acque verginali e miracolose, Cristo, e rigenera e dà vita alla Grazia, ai cristiani. Questa medaglia è una goccia, una goccia delle sue acque miracolose. Chi la porta, porta in sé questa goccia di Lei, di queste acque, che continuamente scorrono e danno Grazia di vita; e tutto ciò che il cristiano opera, vive, offre, prega, è immerso in quest'acqua, che viene così da Lei lavato, filtrato, reso puro, da poter essere accolto da Dio, e venire benedetto.
Il Padre vede in voi le acque di Maria, e non può che accogliere la vostra preghiera, se è buona; e nel tempo, quando si è compiuta la sua maturazione, ve ne dà la guarigione. Portate sempre con voi questa medaglia(*). Essa vi difende dagli attacchi del nemico, che vi riconosce il segno dell'Immacolata, e lo teme: è il segno della sua appartenenza. E la Madonna vi sarà sempre accanto. Portala anche tu, figlia mia! Nei momenti di buio, di dolore, di prova, di malattia, essa vi sarà di sostegno e di aiuto. Nel momento della vostra agonia, Maria sarà presente al vostro capezzale e vi aiuterà nel trapasso. La Madre Santissima questa sua goccia la dilata, la diffonde su tutto il vostro essere, per lavarvi, rigenerarvi, rendervi nuovi e puri, per far sì che siate pronti per il Giudizio dinanzi a suo Figlio, e per l'entrata nel Regno celeste. Ti benedico".

(*) Madre Teresa di Calcutta donava, ad ognuno che incontrava, la medaglia miracolosa, e ai sacerdoti ne donava una manciata piena, come è successo anche a me due volte.
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"L'inferno!... realtà terribile di cui la Chiesa poco ne parla"


"Mia piccola Maria, ogni bambino che viene al mondo porta il suo bagaglio di doni; nessuno ne è esente: la vita stessa è un dono, la capacità di capire e agire, l'immortalità dell'anima che avete, ciò che vi circonda, e persino quello che per voi è condanna: la malattia… ma non è condanna secondo la Sapienza divina, dato che chi la riceve è predestinato, con la sua pena, alla salvezza eterna; egli è già un salvato del Regno, mentre per i cosiddetti sani quanto sarà più dura la sua conquista e più penosa la sofferenza in Purgatorio!
É sempre dono del Signore ciò che prosegue nell'esistenza: sia la vocazione religiosa o sacerdotale, o sia la famiglia, o la possibilità di una vita pia e casta che è per poter vivere un apostolato santo ed è per quelli che vivranno in più intima unione con il Signore, che entrano nella sua profondità alla ricerca della santità; è comunque dono che viene dal Cielo.
Iddio si compiace di dare doni mistici celestiali lì ove la terra dell'anima è umida…dove l'umiltà è coltivata; essi si fanno mezzo per poter donare questi doni per arricchirne i fratelli, si fanno forzieri aperti nei quali il Padre gioisce di riversare le sue gioie preziose per fa sì che tutti possano venire a piene mani a riceverne. Aperto questo forziere, poiché non trattenuto mai a sé, mai chiuso per ammantare della sua bellezza chi desidera.
Io chiederò conto del raccolto dei beni dati, il suo frutto; ma quanti torneranno a mani vuote! E per essi il Vangelo dice che ci sarà terrore e stridore di denti… l'inferno!... Realtà terribile di cui la Chiesa poco ne parla per timore di scandalizzare i fedeli o di essere ritenuta medievale. Eppure esso sussiste, è presente, e molti vi cadono; ed è bene che venga spesso ricordato perché se non per amore del sacrificio, di chi opera per le realtà celestiali, operi almeno per il rispetto e il timore di non cadere agli inferi nelle realtà terribili eterne. Se non per amore per timore che li salva!... Quanta moltitudine di creature naturalmente buone, dicono. "Non facciamo nulla di male…!". Ma ove è il bene che era da compiere?!... Oziosi e nell'accidia…, il dono ricevuto rimane chiuso alle proprie persone: vivono per sé stessi e giungono a Me, portando solo il dono da Me ricevuto e non fruttificato. Se non ricevono preghiere e sacrifici di altre anime, se non gridano pentiti alla mia Misericordia cosa li potrà attendere, se non gli inferi?
Siate generosi e fecondi! Non abbiate paura di donarvi, ed Io benedico, e moltiplicherò la vostra opera e, nella misura in cui vi abbandonate con generosità e siete fruttuosi nella vostra vocazione e date, più la mia benedizione scende su di voi e vi ammanta della mia santità: tanto più Io moltiplico delle ricchezze dei miei doni. Ti benedico".
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domenica 10 novembre 2013

Gocce di Luce e Papa Francesco

"Accogliete la parola di questo Papa che ha il compito di traghettare questa umanità dal peccato alla Misericordia di Dio"
"Mia piccola Maria, Io benedico tutte queste creature ed estendo la tua povera preghiera nell'estensione del mio Cuore divino. Oggi nel mio vangelo ancora la mia Misericordia vince sul peccato. Ecco i farisei e gli scribi: portano dinanzi a Me un'adultera, colta in flagrante, in reale peccato; ma essi non si stanno preoccupando dell'offesa a Dio o dello stato dell'anima della donna; la usano per mettermi in fallo e per evidenziare la superiorità delle loro tradizioni. Molti tra di loro avevano essi stessi tradito il talamo e tutti avevano in qualche modo trasgredito la Legge divina; e il peccato è sempre un tradimento, un adulterio all'amore di Dio. E cosa dovrebbe fare il Signore Santissimo: spegnere la vita a tutti coloro che stanno errando…? O è lecito e concesso che dei fratelli uccidano l'altro perché ha peccato…? Cosa se ne fa Iddio di un figlio che si perde? Ma quale gioia per un figlio ritrovato…!

Il Padre Celeste è Colui che fa nuove le cose: dà loro continua vita e le fa risorgere nella sua Misericordia. Dinanzi ad un giardino che ha perso la sua bellezza originaria, ove non vi è più fioritura, ma il cui manto è ricoperto di rovi e sterpi, cosa ve ne fate? Ma di un giardino che riscopre la sua fioritura e i suoi colori: quale delizia ritrovata ai vostri occhi! Dinanzi ad un orto che si è fatto incolto, secco, che non porta più l'abbondanza del suo raccolto, che ve ne fate? Ma di un orto che rinverdisce, che si ricopre nuovamente dei suoi saporosi frutti che possono ricolmare le vostre tavole, quale gratificazione alla sua utilità ritrovata!

Dinanzi alle piaghe di un malato che si fanno infette e la cui risposta alla cura è delusione e sconfitta…, invece quale soddisfazione di riconoscenza, di incitamento alla vita, dinanzi ad una carne che si fa rosea e sana nella sua ritrovata salute. Per far sì che però tutto questo si attui ci vuole il suo tempo, il lavoro fatto con amore. Ugualmente così Iddio compie: nel tempo e nell'opera con amore, il cui frutto è la sua Misericordia: ricrea in voi il suo capolavoro. Ogni figlio che ritorna è un fiore che torna a germogliare nel Paradiso del suo Cuore.

Figli miei, accogliete la parola di questo Papa che ha il compito di traghettare questa umanità dal peccato alla Misericordia di Dio, perché, se essa vuole, possa rinascere e risorgere.

Ognuno di voi guardi sé stesso: non stia a guardare e giudicare il peccato dell'altro; si ponga in contatto con la propria coscienza e con lo sguardo a Dio. Analizzi e riconosca il suo peccato come l'adultera: si faccia sguardo nel mio Sguardo. Dinanzi al tabernacolo si esamini e vada poi a confessarsi ove Io assolvo e dico: "Neanche Io ti condanno, và, e non peccare più!". Tutto nel perdono dimentico del passato. Ti benedico".
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Mia Madre non solo è parte di Me ma è nel Cuore del mio Cuore

 
"Mia piccola Maria, stasera nel vangelo mi vengono a chiamare: "C'è tua Madre e i tuoi fratelli", ma Io dico: "Chi è mia Madre, i miei fratelli e sorelle?". "Chi fa la Volontà del Padre mio si fa tale!". E non dico questo perché non ami mia Madre, che non solo è parte di Me, è nel Cuore del mio Cuore sì da farsi unico: è Carne della mia Carne e Sangue mio: siamo assimilati l'uno nell'altro. La Carne di cui mangiate nella Comunione è anche Carne di Maria, e il Sangue che bevete è anche Sangue suo, dato che da Lei provengono. Chi ama Me ama Lei, chi ama Lei ama Me! Eppure Io non interrompo la mia missione, non mi distacco dalla Parola da dare al popolo poiché è giunta mia Madre e i miei parenti, ma proseguo nell'occuparmi delle cose del Padre mio, a cui non posticipo nulla, nemmeno all'amore più sacro, l'adorazione a Dio e al suo servizio. Terminato il mio Insegnamento, mi reco poi da mia Madre, che non aveva chiesto nulla ed era rimasta in paziente attesa. Io le vado incontro, la benedico e l'abbraccio.
Chiamo voi a non posticipare il Signore Dio ai vostri affetti umani poiché accade spesso che anche quando, pur c'è una certa devozione, essa è però sacrificata, sottoposta ai tanti compromessi dei vostri amori. Quante situazioni si presentano dinanzi ai miei occhi e nella distesa dell'umanità… quanto pochi sono quelli che veramente mi amano! Ancora così tante chiamate alla vita religiosa e sacerdotale: quante chiamate alle vocazioni che non vengono accolte per non perdere il mondo o per i genitori che non lasciano il possesso dei propri figli, dando disposizioni contrarie!
Quante situazioni peccaminose che sono preferite e accolte, pur se illuminati nella coscienza che si vivono in offesa a Dio! Quante spose e sposi che, per non turbare il proprio equilibrio, la propria pace, e per non urtarsi con l'altro, non combattono dinanzi alla scelta della vita, della Verità o del peccato! I molti affetti che precedono e che vengo permessi e accettati, e ci si dimentica del Padre celeste che è l'Amore, e crea l'amore, desidera l'amore, e che solo rinnova, rintempra e rinsalda i vostri nel suo.
Come essere mio Padre, mia Madre, miei figli, spose, fratelli? Io vi rispondo: "Adempiendo il santo Volere di Dio nella vostra vita che si compie nel vivere i divini Comandi e il mio Insegnamento. Essi attestano un amore che, dato a Me, viene bruciato nel mio Spirito che lo santifica e vi fa miei consanguinei, più che amici, carne e sangue mio, mio Cuore: vi fate un tutt'uno con Me, vostro Signore e Maestro. Ti benedico".

sabato 9 novembre 2013

E’ Maria che vi cura e che intercede

“Mia piccola Maria, non ti smarrire, sono con te, sono con te!
Oggi voi guardate a Maria, celebrate la sua divina Maternità. La Madonna in Paradiso viene manifestata nella Perla della sua Essenza, che è la sua Maternità. Ella si è dilettata ed ha gioito in modo così partecipato nel suo rapporto di Madre e Figlio, vivendo in pienezza i vari stadi della mia vita: sia quando mi aveva in braccio come divino Infante, come quando mi aveva accanto da fanciullo, sia nello scorrere quotidiano degli anni, come quando si poneva a discorrere con Me da giovane e adulto, Maria viveva e vive la pienezza di una Maternità vissuta.
Ma oggi ancor di più Ella, Regina del cielo, la vive facendosi presso ogni suo figlio, nei Beati come nei suoi figli sofferenti, dalle anime purganti ai malati, ai moribondi, tenera e intima, sollecita e premurosa come lo può una Madre. Accorre per sollevare e dare speranza, conforto per ravvivare alla fede e dare coraggio; e chiede al Padre Santissimo, per i meriti della sua divina Maternità, guarigione e libertà per condurre le anime al Cielo.
E’ la Madre che intesse la tunica della Grazia ad ogni anima: è Lei che si cura di aiutarla a lavare le sue macchie, di cucirne le rifiniture ed abbellirla, simile ad ogni madre terrena che fa del suo meglio per dare beltà al proprio figlio per poterlo presentare e gioire di lui. Ugualmente la Madre Santissima opera con voi e vi prepara perché possiate essere presentati al Padre Celeste e dire: “Com’è bello questo figlio!”.
E’ Maria che vi cura e che intercede, che accoglie suppliche e sparge grazie: fa di tutto per trarre la parte migliore che ogni creatura ha in sé; ma vi può anche lasciare nella sofferenza se questo è per il bene della vostra anima e Volontà Santissima del Padre, dato che prega e aiuta, chiede e intercede, soccorre e accorre, ma non oltrepassa il Santo Volere del Padre Eterno. Ha bisogno poi, per operare in voi, che l’accogliate come Madre, che vi sentiate figli e vi doniate a Lei; allora vi pone sotto il suo Manto ed opera.
Chi accoglie e vive la Maternità di Maria accoglie e riconosce la Paternità del Padre Eterno, riconosce ed accoglie Me come Maestro e Signore e lo Spirito nel suo Amore santificante, dato che il compito di Lei è di farvi vivere, innestarvi nella Santissima Trinità per mezzo e tramite la sua divina Maternità. Ti benedico”.

venerdì 8 novembre 2013

Gesù parla ad un'anima

Questi insegnamenti spirituali sono stati ricopiati, letteralmente così come sono stati scritti nei quaderni da una mamma di famiglia, che fa la casalinga, e che vuol restare nel nascondimento e nel totale anonimato. Si tratta di locuzioni interiori, di cui ella viene privilegiata, da anni. Gesù le parla al cuore durante il ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica, e la chiama: ”mia piccola Maria”. Le parole di Gesù le giungono come Gocce di luce, e in una grande pace, nel cuore. Poi ella scrive tutto sul quaderno, e in fretta, perché a casa deve preparare la cena per la sua famiglia. E poi consegna il suo quaderno al suo padre spirituale, che la segue regolarmente nel suo cammino di vita cristiana. Questo dono non è soltanto per suo beneficio spirituale, ma è per la Chiesa, è per tutti, e specialmente per i sacerdoti.
Dio Vi Benedica ...
(padre spirituale della piccola Maria dall'anno 2000)
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Pure voi, figli miei, tuffatevi nell'Immacolata Concezione

"Pure voi, figli miei, tuffatevi nell'Immacolata Concezione"
"Portate anime ala Madonna: tutti quelli che avete nel cuore, quelli che conoscete, coloro che sono nel peccato, ammalati nel corpo e nello spirito, ossessi, e affetti da ogni tipo di mali, i più abbandonati, i più lontani; non vi stancate. Per tutta la vita ricordatevi e conducete anime alla Madre. Lei è la Madre che se ne prende cura continuamente, non li lascia mai, mai si stanca di aiutarli a sanarsi. Oggi che ricordate la Madre di Lourdes, Io vi dico che Lei è sempre in questo luogo e, con il suo sguardo segue, uno ad uno, ogni creatura, ogni ammalato, e di tutti si prende cura; nessuno ne esce senza ricevere una sua carezza, un suo sostegno, anche quando pare non ci sia stata nessuna guarigione. La Madonna è lì che ne ha dato fortezza, aiuto, consolazione, e senso alla loro condizione, che la trasforma, nel cuore, facendola divenire offerta di salvezza.
Alcuni ricevono i cosiddetti miracoli, ma sono segno per ravvivare la fede, per credere alla santità del luogo e della sua presenza. La Madonna ha soprattutto invitato, mediante Bernardetta, di dire che i sacerdoti vengano a Lei in processione: Lei è l'Immacolata Concezione. Prima sono i sacerdoti, gli affidatari di questo invito per far sì che si tuffino, s'irrorino nelle Acque Immacolate della Madre, che sono state santificate e timbrate dal Sangue e Corpo di Colui che è il Sommo Sacerdote; e solo se posti nelle sue Acque divinizzate, Maria riforma in loro i lineamenti, i tratti del suo Figlio, di Colui che è il Santo del Santi, perché gli siano più somiglianti. Solo acquisiti i tratti, le forme, la vita di Cristo, essi saranno veri sacerdoti, in unione a Colui che è Sacerdote eterno. In questo stato di santità acquisito, essi potranno recare anime a Cristo, essere capaci di sanare, di aiutare tutti i fratelli come il loro Maestro, di condurli a salvezza, e di portare, essi stessi, anime nelle acque di Maria, ove Lei se ne prenderà cura per riformarle a nuova creatura, a nuova nascita, che è la vita della Grazia. Voi ricevete una vita naturale, fisica dalla madre terrena, dovete poi entrare nelle acque materne del Grembo del Cielo che è la Madre mia. In Lei voi venite lavati dal peccato e, lavati, Ella vi riforma i lineamenti del Figlio suo Santissimo. La bellezza deturpata dal male viene riacquistata per esser i figli della Grazia, così come Iddio vi ha creati esenti dal peccato. Bernardetta si sporca per trovare l'acqua nella terra: questo gesto è perché lei prende in sé il male di tanti, lo sporco del peccato altrui, per purificarlo in sé, per aiutare i fratelli a lavarsi e tornare, belli e puri, al Padre. Pure voi, figli miei, tuffatevi nell'Immacolata Concezione, e dopo essere stati lavati, riformati da Lei, così rigenerati, la Madre vi fa dono un poco delle sue Acque, vi fa rigeneratori perché anche, mediante di voi, possiate lavare e aiutare i fratelli a tornare alla bellezza di Dio. Ti benedico".
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Testimonianza

La Parola di Dio, irrorata dallo Spirito Santo, sgorga in pienezza dal cuore di Gesù nell'ultima cena come ferma volontà di redenzione: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi" (Lc 22,15), come atto supremo di amore: "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (Gv 13,1), come solenne promessa della sua costante e perenne presenza sino alla fine dei tempi: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20) e infine come memoriale: "Fate questo in memoria di me (Lc. 22, 19). Così il pane diventa Carne e il vino diventa Sangue, cibo e bevanda di salvezza per tutti. L'alito divino torna a soffiare sugli uomini e sul mondo per una nuova creazione e per ornarci di una nuova e più sublime somiglianza e dignità. Dopo il triste allontanamento a causa del peccato, siamo invitati di nuovo all'intimità di una mensa e alla comunione piena con Dio.
La divinità si trasfonde nella nostra umanità malata per una totale purificazione. È la suprema anticipazione nella santa cena del sacrificio cruento della sua prossima crudelissima passione e morte e della sua gloriosa risurrezione. È il messaggio redentivo di vita nuova offerto agli uomini di ogni tempo. È la via privilegiata per una vera rinascita, per un gioioso ritorno alla casa del Padre: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli" (Gal 4,4-5). Il Figlio di Dio incarnato, che ha assunto da una vergine la sua natura umana, la carne purissima e immacolata di Maria santissima, per essere uno di noi, uomo perfetto restando vero Dio, ora quella stessa carne si dona per vivere in noi e fare di noi creature nuove, redente dal Figlio e rigenerate dalla Madre celeste. Siamo nutriti e redenti da quel cibo divino. "Quasi modo geniti infantes, razionabile, sine dolo tac concupiscite" (1 Pt 2, 2): come bambini appena venuti al mondo, bramate il latte limpido e puro dello spirito. Siamo rigenerati nella nostra natura nel seno verginale della Madre, la corredentrice del genere umano.
La maternità di Maria, così intimamente unita alla santissima eucaristia, diventa perennemente feconda ed universale. Si unisce indissolubilmente al memoriale e in modo speciale al sacerdozio, doni di valore infinito alla chiesa e al mondo di Gesù agonizzante sulla croce: "Figlio ecco tua madre" (Gv 19,27). "Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio" (Gal 4,7). Nell'apostolo Giovanni tutti i sacerdoti si ritrovano.
Già nel tempo noi possiamo sperimentare nella divina eucaristia sia la figliolanza nei confronti del Padre celeste, siamo deificati in Cristo, sia l'essere rigenerati per l'azione materna di Maria, la corredentrice del genere umano. Nel pane di vita, accolto con umiltà e fervore, noi possiamo ascoltare di nuovo la forza della Parola e l'energia divina santificante che ci viene data: il Verbo fatto carne viene ad abitare dentro di noi, fissa in noi la sua dimora, viene a portare la sua luce deificante. Egli ci illumina con la sua parola che è verità, con la sua persona che è la Verità incarnata: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9) e "A quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio" (Gv 1,12). È quindi legittimo e doveroso dedurre che la divina eucaristia, celebrata e consacrata dalla Parola e dallo Spirito, continuamente viene, vive e si rinnova sui nostri altari, assunta vive in noi come parola vera, come Verbo che nella nostra vita e nella nostra carne s'incarna e nella nostra anima è rigogliosa e palpita.
Ad alcune anime, con una scelta libera e gratuita, il Signore Gesù in modo più vivo si fa sentire; Egli stesso affina i sensi dell'anima eletta e la sintonizza sulle onde del suo cuore. Quasi sempre, anche nel nostro caso, l'esperienza dell'ascolto, sempre e soltanto immediatamente dopo la santa comunione sacramentale, passa attraverso un intimo travaglio: è l'intimità della comunione piena che trova la sua migliore intensità sulla via del Calvario, ai piedi della croce, in un lento quotidiano e doloroso martirio. Forse proprio per questo Gesù chiama la sua eletta "Piccola Maria". Egli particolarmente si compiace in quelle anime più capaci di amare, che più assomigliano per l'umiltà, la povertà e la purezza alla sua santissima Madre.
Ciò è confermato anche dallo scopo primario di questi intimi colloqui e ancor più dalla missione che lo stesso Gesù affida alla sua prediletta: la conversione dell'umanità e la santificazione dei sacerdoti, i rappresentanti di Gesù Cristo in terra e i prediletti di Maria santissima. Sì, sono proprio i sacerdoti i primi destinatari di questi messaggi. Tutti loro sono chiamati ad una sublime missione, ad una santità vera, ad essere più che mai somiglianti a Cristo Gesù. Sono però anche i più insidiati dal maligno; lui sa che per ogni sacerdote che trascina nel male una schiera di poveri indifesi lo seguono sulla via della perdizione. Spesso dignità e debolezza albergano nella stessa persona. In questo scritti si possono sentire assai di frequente i palpiti appassionati di Gesù per i suoi eletti; il suo intenso dolore per i tanti e reiterati tradimenti e quella infinita misericordia che mai viene meno.
Basta leggere e meditare con sincerità di spirito, senza prevenzioni, per accorgersi della ricchezza dei contenuti e costatare la più assoluta ortodossia. Molti già l'hanno già fatto ricavandone grandi benefici. In molte anime questi messaggi hanno già compiuto prodigi di grazia che soltanto da Dio possono derivare. I pensieri di Dio non si dovrebbero mai fermare a livello mentale: sgorgano dall'Amore e debbono essere accolti con amore.
Un lettore sacerdote, illuminato da Gocce di luce
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mercoledì 6 novembre 2013

A proposito di Medjugorje

"Presto la Madonna cessa qui le apparizioni"

"Mia piccola figlia, mio fiore, qui a Medjugorje il mio Cuore si consola di tante ingratitudini che ricevo nel mondo. Mia Madre qui mi prepara una culla perché Io vi possa riposare, ed Io ne gioisco. Sono molte le grazie che si ricevono a Medjugorje, ma ancor più se ne potrebbero avere se, le persone qui venute, tornando a casa, continuassero a vivere ciò che la Madonna chiede, ed è tutto incentrato sul Vangelo: canti, preghiere, digiuno, Parola di Dio, che non deve solo essere ascoltata, o Parola detta, ma vita incarnata nel cuore nell'amore di Dio. Presto la Madonna cessa qui le apparizioni, dato che i tempi sono ormai prossimi dell'attuarsi dei segreti e prossima la persecuzione della Chiesa: ma coloro che avranno vissuto i richiami della Madre saranno i salvati, pure dovessero dare la vita: essi sono nati per il Paradiso. E il resto, che rimane, per riformare la Chiesa e la nuova umanità sulla terra. Ti benedico".
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